Referendum del 20/21 settembre. Le motivazioni del mio NO!

<<Occorre innanzitutto fare una premessa, quanto più chiara ed inequivocabile possibile: Sono il primo ad essere favorevole ad ogni tipo di operazione volta all’azzeramento degli sprechi, corruzione e inefficienze degli apparati statali e parastatali, della spesa pubblica improduttiva, degli stipendi faraonici dei parlamentari, dei manager e di tutta la feccia che ruota dentro e attorno alla parola STATO. Ribadisco tra le altre cose la volontà di ricondurre il numero dei parlamentari a 120, dopo una seria e intelligente riforma della legge elettorale, di cui ho già ampiamente parlato. Questo però non può essere fatto con un’operazione di facciata come voluto dalla nuova coalizione di governo, che invece vuole propinare agli italiani il solito specchietto per le allodole, perchè dietro agli accordi Vi sono ben altre merci di scambio tra i due partiti.>>

Approfondiamo insieme…..

A) I problemi costituzionali posti dal taglio dei parlamentari in mancanza di una legge elettorale adeguata, andranno ad aumentare e il risultato prossimo è quello di non aver più garantito una adeguata rappresentanza dei cittadini. Non solo… e torno a battere il chiodo sull’inciucio tra M5S e PD (dove le posizioni delle forze politiche sono tra loro molto diverse ma l’unica cosa che gli accomuna è l’attaccamento alla poltrona). Il loro motto è: Io sostengo il taglio dei parlamentari e tu sostieni una legge elettorale completamente proporzionale che priva l’elettore di ogni margine di scelta dei propri rappresentanti, lasciando che, invece essa sia totalmente rimessa ai partiti.

<<E’ del tutto evidente che far scegliere sul serio gli elettori diminuisce il potere dei vertici dei partiti, tematica che invece sta molto a cuore a tutti i partiti.>>

B) La Costituzione vuole che il capo dello Stato sia il rappresentante dell’unità nazionale e la storia dimostra che a funzionare meglio sono state quasi sempre le presidenze che hanno contato su un sostegno parlamentare ampio.  La riduzione dei parlamentari va proprio nel senso opposto, perché con numeri così ridotti, non si favorirà il dialogo e aumenterà la tentazione delle maggioranze di turno di scegliersi il loro presidente della Repubblica, quando invece la Costituzione vuole che chi è presidente lo sia di tutti.

<<Occorre prima riformare l’articolo costituzionale sull’elezione del Presidente della Repubblica, pretendendo che sia eletto democraticamente dai cittadini e non dagli inciuci notte tempo delle segreterie di partito.>>

C) Stesso discorso vale anche per l’elezione dei membri del Csm e dei giudici della Corte costituzionale, dove evidentemente, anche in questo caso i partiti di governo resterebbero a maggior ragione con le mani nella marmellata.

<<Corte Costituzionale e Consiglio Superiore della Magistratura vanno riformate in modo serio… Basta a giudici politicizzati e a busta paga dei partiti.>>

D) Da anni tutti diciamo che il nostro parlamento funziona male, soprattutto a causa del bicameralismo perfetto e della perdita di centralità delle Camere. Da un lato, le decisioni parlamentari sono complicate e farraginose, per cui sempre più spesso è il Governo a decidere le linee politiche. Dall’altro, sappiamo bene che fino a 50 anni fa il dibattito politico era tutto svolto in parlamento, mentre ora viene più comodo farlo in televisione e sui social network. Dunque. non è certo riducendo il numero dei parlamentari che riusciamo a restituire al Parlamento centralità politica e anche decisionale, perché la democrazia rappresentativa perderà ulteriormente il canale di collegamento con i territori, visto che in molte regioni, ad esempio, si eleggeranno soltanto 3 senatori.

<<Stop del bicameralismo perfetto… Attualmente una legge prima di essere definitiva deve subire decine di passaggi nelle commissioni parlamentari e nei due rami del parlamento, tanto da uscirne dopo anni di inutili dibattiti, del tutto snaturata rispetto all’impianto iniziale. Camera e Senato dovranno decidere e votare su tematiche ben precise e di competenza specifica, senza ingerenze dell’altro ramo del parlamento. Diversamente pretendo l’unificazione di Camera e Senato in un unico e centrale polo legiferante. Il taglio dei parlamentari non velocizza né tantomeno snellisce le procedure all’interno delle Camere, le leggi non si fanno o vengono fatte male e in troppo tempo, non perché i parlamentari sono tanti, ma perché non sono messi nelle condizione di farle.>>

E) Anche la questione del risparmio di spesa è una bufala tanto grande quanto i partiti che la propinano. A seconda dei calcoli ridurre a 600 i parlamentari ci farà risparmiare dai 20 ai 40 milioni di euro ogni anno. Sembrano molti, ma invece sono soltanto una briciola rispetto agli 800 miliardi annui della spesa pubblica. Cioè con il taglio lo stato risparmia lo 0,002 del suo bilancio.

<<Il risparmio annuo per ogni italiano sarebbe l’equivalente di un caffè, quando sprechi, inefficienza e sperpero di denaro pubblico da parte dello Stato e apparati statali e parastatali, ammontano a 200 miliardi l’anno.>>

F) Nessuno ve lo dice, ma il taglio “presuppone che la rappresentanza nazionale possa essere assorbita nella rappresentanza di altri organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, Consigli comunali ecc…) contro ogni evidenza storica e contro la giurisprudenza della Corte costituzionale”.

<< Tradotto… tagliamo i parlamentari ma aumentiamo il numero di Eurodeputati, consiglieri regionali ecc e….. anche i costi ad essi riferiti.>>

Conclusioni…

<< In assenza di un quadro di riforma, il taglio dei deputati e dei senatori si trasforma in una semplice riduzione numerica incapace di rispondere alla necessità di avere un Parlamento più efficiente, soprattutto in un momento storico dove la democrazia italiana già in crisi di suo rischia di perdere un ulteriore pezzo di rappresentanza politica e ulteriore contatto con i territori, che invece può e deve essere recuperata con riforme utili e incisive per il paese, a partire da quella della legge elettorale con sistema maggioritario, del fisco e della giustizia. Ecco perché voterò convintamente NO al referendum farsa del prossimo 20 e 21 settembre>>

Giuseppe Brini (Presidente Comitato Tecnico F.P.S)