PAREZO E BASSETTI , su la 7, danno dei terroristi a persone pacifiche protestano a termini di legge per la propria idea.

Fomentatori di Odio , Vergogna

PAREZO E BASSETTI,

Queste sono le persone che discriminano e creano Odio, Vergognatevi, prima offendete e insultate sulle Tv pubbliche, e poi vi meravigliate che le persone vi rispondano a tono, siete a vergogna dell’Italia, e il conduttore dovrebbe essere impedito di andare in TV a fare certe dichiarazioni. Credo che la cosa finirà in Tribunale .
Dare dei Terroristi a persone che manifestano nel rispetto delle Leggi pacificamente la propria idea.
Andate a Kabul, o in Iraq, e allora capirete cosa vuol dire terrorismo, emeriti Ignoranti , conduttore e intervistato.
Emittente LA 7 complice che permette una cosa del genere, ma la magistratura e la Polizia postale, queste cose non le vede? Strano , perchè un signore per aver detto in Fb che i Vaccini non erano validi e stato denunciato, e questi per la diffamazione a migliaia di persone ? possono continuare imperterriti ad offendere ed umiliare, Basta ora siamo stufi di essere bersaglio di questi “ignoranti” si perchè ignorano anche il solo termine della parola Terrorista .

COSA FARE SE SCOPPIA IL CAOS


Rovine di Sarajevo durante l’assedio

tratta dalle memorie di un sopravvissuto alla guerra in Bosnia.

Buona lettura

COSA FARE SE SCOPPIA IL CAOS

LE MEMORIE DI UN SOPRAVVISSUTO ALLA GUERRA IN BOSNIA

Io vengo dalla Bosnia. Come sapete dal 1992 al 1995  c’è stato l’inferno. Sono riuscito a sopravvivere un anno in una cittadina di 6mila abitanti senza acqua, elettricità, carburante, assistenza medica, pubblica sicurezza, servizi di distribuzione, e ogni tipo di servizio pubblico tradizionale e controllo centralizzato.

La nostra città era stata isolata dall’esercito e per un anno intero la vita si è trasformata in un vero e proprio inferno. Non c’era nessun corpo di polizia, solo gruppi armati. Chi era armato proteggeva la propria famiglia e la propria casa. Quando tutto ebbe inizio, alcuni erano più preparati di altri, ma la maggior parte delle famiglie avevano cibo disponibile solo per pochi giorni. Alcuni avevano delle pistole. Pochi avevano AK47 o fucili da caccia. Dopo uno o due mesi iniziarono ad agire le gang, distruggendo tutto. Massacri, genocidio e pulizia etnica. Gli ospedali, per esempio, si trasformarono in mattatoi.  La polizia non c’era più e il personale dell’ospedale se n’era andato.

Io sono stato fortunato: la mia famiglia a quel tempo era abbastanza larga (15 persone in una casa grande, 6 pistole e 3 AK), e siamo sopravvissuti quasi tutti. Gli americani lanciavano viveri dagli aerei ogni 10 giorni per aiutare le città sottoposte a blocco militare.  Non era mai abbastanza.

Alcuni (molto pochi) avevano il giardino.

Ci vollero tre mesi prima che le persone iniziassero a morire di fame e di freddo.

Noi andavamo a prendere porte e finestre dalle case abbandonate. Strappando via i pavimenti in legno e i mobili pur di avere qualcosa da bruciare per riscaldarci.

Molti morirono di malattia, specialmente per colpa dell’acqua (due nella mia famiglia). Noi bevevamo soprattutto l’acqua piovana, mangiavamo piccioni e topi. Il denaro divenne presto inutile. Si tornò al baratto.  Per un barattolo di Tushonka (carne in scatola) potevi avere una donna (è triste dirlo ma era così). La maggior parte delle donne che si prostituivano erano madri disperate.

Armi, munizioni, candele, accendini, antibiotici, benzina, pile, batterie e cibo: combattevamo per queste cose come animali. In queste situazioni, cambia tutto.  Le persone diventano mostri. Era disgustoso. La forza stava nei numeri, per una persona da sola, l’essere ucciso o rapinato era solo questione di tempo, anche se era armata.

Oggi io e la mia famiglia siamo preparati bene. Sono ben armato e ho fatto esperienza. Non importa quello che può accadere – un terremoto, uno tsunami, una guerra, gli alieni, i terroristi, un collasso economico, disordine civile – La cosa importante è ricordarsi che qualcosa accadrà.

Ecco la mia esperienza. Regola numero uno, non separarsi dalla famiglia. Bisogna prepararsi insieme, anche scegliendosi  amici fidati.

  1. Come muoversi per la città in sicurezza. La città era divisa in comunità lungo le vie. La nostra via era formata da 15-20 case pattugliate costantemente da cinque uomini armati per proteggerci dalle gang e dai nemici. Tutti gli scambi avvenivano nelle strade. A circa cinque chilometri di distanza c’era un’intera strada adibita agli scambi, ma arrivarci era pericoloso a causa dei cecchini. Poteva accadere anche di essere derubati dai banditi. Io ci sono andato solo due volte quando avevo bisogno di medicine, soprattutto antibiotici.Nessuno usava più le automobili in città. Le strade erano bloccate dalle macerie e da altre automobili. La benzina era molto costosa. Se c’era la necessità di andare da qualche parte, bisognava farlo di notte. Mai spostarsi da soli o in gruppi troppo numerosi – sempre 2 o 3 uomini al massimo. Tutti armati, spostarsi rapidamente, nell’ombra, attraversando le strade accanto alle macerie e mai nelle zone aperte.  C’erano molte gang di 15-20 uomini. Alcune anche di 50 uomini, ma c’erano anche molte persone normali come tu ed io, padri o nonni che ammazzavano e rubavano. Non c’erano buoni o cattivi, ma una via di mezzo, sempre pronti al peggio.
  2. E la legna? La città era circondata da boschi, perché bruciavate porte e  mobili?  Non c’erano tanti boschi intorno alla città. Era una bella città, con ristoranti, cinema, scuole, persino un aeroporto. Ogni albero in città e nei parchi venne tagliato nei primi due mesi,  come combustibile per riscaldare e per cucinare. Bruciavamo tutto ciò che bruciasse. Mobili, arredamento, porte, finestre pavimenti. Legna che brucia velocemente. Non c’erano fattorie perché quelle fuori città erano controllate dal nemico. Eravamo circondati. Anche in città non sapevamo mai chi fosse il nemico.
  3. Quale tipo di conoscenza ti è tornata utile in quel periodo? Per avere ben chiara la situazione in quel momento bisogna capire che è stato come tornare all’età della pietra. Per esempio, avevo una bombola di gas da cucina, ma non lo usavo per riscaldamento, era troppo costoso! Ho attaccato alla valvola della bombola un adattatore da me congegnato e con quello ci ricaricavo gli accendini. Gli accendini erano preziosi. Se veniva qualcuno con un accendino vuoto, io glielo ricaricavo e in cambio mi dava una scatoletta di cibo o una candela. Io ero un paramedico. In quelle condizione, le mie conoscenze divennero la mia ricchezza. In quella situazione, l’abilità di riparare le cose vale più dell’oro. Le scorte e gli oggetti finivano, ma la le tue capacità riuscivano a procurarti da mangiare. Vorrei dire questo:  imparate a riaccomodare le cose, le scarpe o le persone. Il mio vicino ad esempio sapeva fare il kerosene per le lampade e non ha mai sofferto la fame.
  4. Se tu avessi 3 mesi per prepararti, adesso che faresti? Me ne andrei da questo paese! (scherzo). Adesso so che qualsiasi cosa può collassare all’improvviso. Ho una bella scorta di cibo, articoli per l’igiene, pile, ..almeno per 6 mesi di autonomia. Abito in una casa sicura ed ho una casa con il bunker a 5 chilometri da qui con altri 6 mesi di scorte pure lì. È in un piccolo villaggio. Anche le altre persone che ci abitano sono ben preparate. La guerra ci ha insegnato. Ho quattro armi da fuoco e 2000 munizioni per ognuna di esse. Ho il giardino e ho imparato a fare l’orto. Mi fido del mio istinto, Quando senti dire che va tutto bene io se che invece ci potrebbe essere un altro collasso ed io ho la forza di proteggere la mia famiglia, perché quando tutto collassa, devi essere pronto a fare cose brutte, per tenere in vita i tuoi figli e i tuoi familiari. Sopravvivere da soli è praticamente impossibile. Anche se sei armato e pronto, se sei solo morirai. L’ho visto accadere molte volte. È molto meglio quando si è in gruppi abbastanza larghi di familiari e amici, tutti preparati e con competenze e abilità in vari campi.
  5. Di cosa è necessario fare scorta? Dipende. Se hai in programma di vivere rubando, ti servono solo armi e munizioni. Tante, tantissime munizioni. Altrimenti cibo in scatola, articoli per l’igiene, pile, accumulatori e piccoli oggetti per gli scambi come coltelli, accendini, tabacco, acciarini, sapone. Anche l’alcol. Quello che si conserva bene. Il whisky economico è ottimo per barattare.  Molte persone morirono per mancanza di igiene. Quello che serve sono piccole cose semplici, ma in grande quantità. I sacchi dell’immondizia, ad esempio; ne occorrono tanti. Anche la carta igienica e piatti e posate di plastica non riutilizzabile. Lo so perché non ne avevamo e per me, una buona scorta di articoli igienici è più importante del cibo. Puoi sempre riuscire a sparare a un piccione o trovare qualche pianta commestibile, ma non puoi sparare al disinfettante. Disinfettante, varechina, sapone, guanti di gomma, maschere protettive e kit del pronto soccorso con cui curare le ferite e le bruciature. Puoi anche riuscire a trovare un dottore ma poi non riesci a pagarlo. È meglio saper usare gli antibiotici. Ce ne vogliono un sacco ed è sempre bene farne scorta. Bisogna scegliere armi semplici. Io porto con me una Glock.45, mi piace, ma è un’arma rara da queste parti e allora ho anche due pistole TT (il tipo più usato di pistola per cui anche le munizioni sono facili da reperire). Non mi piacciono i Kalashnikov, ma vale lo stesso ragionamento: ce l’hanno tutti e allora lo devi avere anche te. È utile avere piccoli oggetti che passino inosservati. Ad esempio: un generatore può essere utile, ma 1000 accendini Bic sono meglio. Un generatore fa rumore e attira l’attenzione, ma 1000 accendini sono piccoli, compatti e possono essere facilmente barattati. Noi raccoglievamo l’acqua piovana in 4 grossi barili e poi la facevamo bollire. C’era anche il fiume, ma l’acqua divenne sporca quasi subito.  Per questo è indispensabile avere contenitori per l’acqua, taniche, bidoni e secchi.
  6. Oro e argento erano importanti? Si. Personalmente ho scambiato tutto l’oro che avevamo per ottenere delle munizioni. A volte riuscivamo a mettere le mani su soldi come dollari o marchi tedeschi. Potevamo usarli per comprarci qualcosa ma erano rari e il corrispettivo era astronomico, ad esempio, una scatoletta di fagioli costava 30-40$. La valuta locale invece, perse subito tutto il valore. Tutto ciò che ci serviva lo ottenevamo attraverso il baratto.
  7. Il sale era caro? Si. Ma il caffè e le sigarette molto di più. Io avevo molto alcol, così barattavo senza problemi.  Il consumo di alcol crebbe vertiginosamente. Oltre 10 volte rispetto al tempo di pace. Forse oggi sarebbe più utile fare scorta di sigarette, accendini, pile. Prendono meno spazio, ma io a quei tempi non ero un survivalist. Non ci fu tempo per prepararsi.  Fino a pochi giorni prima che iniziasse lo sfacelo, i politici continuavano a ripeterci in TV che era tutto apposto e che non c’era motivo di preoccuparsi.  Quando c’è caduto il cielo sulla testa abbiamo portato via quello che siamo riusciti a prendere.
  8. Era difficile comprare le armi da fuoco? La polizia aveva confiscato molte armi prima della guerra, ma noi le avevamo nascoste. Adesso ho un’arma registrata legalmente. Secondo la legge ciò si definisce detenzione temporanea.  In caso di disordine pubblico, il governo confisca tutte le armi registrate, è bene ricordarselo. Ci sono persone che hanno armi detenute legalmente, ma anche altre armi possedute in modo anonimo in caso che quelle legali vengano confiscate. Chi ha dei beni facilmente scambiabili può riuscire ad ottenere un’arma anche in situazioni difficili, ma ricordate: il momento peggiore sono i primi giorni e lì non c’è tempo di cercare un’arma per proteggere la propria famiglia. È una pessima idea farsi trovare disarmati durante il caos e il panico.  Nel mio caso, c’era un uomo che aveva bisogno di una batteria per auto per alimentare la sua radio e gliene procurai una in cambio di due fucili da caccia. A volte ho scambiato munizioni per del cibo. Mai fare gli scambi a casa e mai per grossi volumi. Erano pochissimi quelli che sapevano cosa c’era a casa mia. La cosa importante è di immagazzinare più cose possibile in base allo spazio disponibile. Col tempo si capisce cosa ha più valore. Anzi, mi correggo, al primo posto della lista ci sono le armi e munizioni, e poi, forse al secondo posto, maschere e filtri antigas.
  9. E per la sicurezza? La nostra strategia di difesa era molto semplice. Ripeto, non eravamo preparati e abbiamo usato ciò che potevamo usare. Le finestre erano fracassate e i tetti danneggiati dopo i bombardamenti. Abbiamo sbarrato le finestre con sacchi di sabbia e con le pietre. Il cancello l’ho bloccato con macerie e immondizia e usavo una scala per scavalcare il muro di casa.  Quando tornavo a casa, qualcuno da dentro mi passava la scala. C’era un tizio nella nostra strada che si era completamente barricato in casa. Aveva fatto un buco nel muro nella casa abbandonata del vicino e lo usava per entrare in casa sua. Una sorta di passaggio segreto. Sembrerà strano, ma le case più protette furono le prime ad essere distrutte e saccheggiate. Nella zona dove abitavo io, c’erano delle belle ville con muri di cinta, cani, allarmi e sbarre alle finestre. Sono state le prime ad essere attaccate. Alcune hanno retto,  altre no. Dipendeva da quante mani e armi c’erano dentro a difenderle. Penso che la difesa sia molto importante, ma bisogna farlo in modo discreto. Se siete in una città e scoppia il caos, occorre un posto semplice che non dia nell’occhio con molte armi e munizioni. Quante munizioni? Il più possibile. Fate in modo che la vostra casa sia il meno attraente possibile. Adesso ho una porta blindata, ma quella serve soltanto a contenere la prima ondata di caos.  Se dovesse accadere di nuovo, adesso, passata la prima ondata, lascerei la città per unirmi ad un gruppo allargato di familiari e amici. Si sono verificate delle situazioni, durante la guerra, ..non c’è bisogno di entrare nei dettagli, ma noi avevamo sempre una superiorità di fuoco e un muro di mattoni davanti a casa. Inoltre, c’era sempre qualcuno che guardava per strada. La qualità di come ci si organizza è fondamentale contro gli attacchi delle gang armate. In città si sparava continuamente. Il nostro perimetro era difeso in modo primitivo – tutte le uscite barricate dalle quali si aprivano feritoie per sparare. All’interno c’erano sempre almeno cinque membri della famiglia ponti ad aprire in fuoco in ogni momento e uno di noi stava fuori a controllare, nascosto in un rifugio. Durante il giorno stavamo sempre dentro per evitare i colpi dei cecchini. I più deboli sono i primi a morire. Chi sopravvive, combatte. Durante il giorno le strade erano vuote per paura dei cecchini.  La difesa era orientata verso il combattimento a breve raggio. Molti morirono uscendo di casa alla ricerca di informazioni. Ecco, è importante ricordare che eravamo completamente isolati senza né radio né TV – solo cose per sentito dire e nient’altro. Non c’era un esercito organizzato, ognuno combatteva per se stesso Non c’era alternativa. Tutti erano armati e pronti a difendersi. Mai indossare accessori di qualità quando bisogna andare in città. Ti ammazzano per prenderteli.  Se il caos scoppiasse domani, mi vestirei in modo anonimo per mescolarmi con gli altri e manterrei un atteggiamento umile e piagnucoloso. Non mi metterei abbigliamento tattico da guerriglia per segnalare le mie intenzioni belligeranti, gridando frasi tipo “ siete spacciati”! . No, …me ne starei in disparte, ben armato e preparato, ..osservando e calcolando bene le mie possibilità e la mia strategia insieme ai miei amici e fratelli.  Super difesa e super mega armi non hanno senso. Se qualcuno vede che hai cose preziose e utili e decide di rubartele, lo farà. È soltanto questione di tempo e di quante mani e armi si uniscono nell’intento.
  10. Come facevate ad andare in bagno? Abbiamo usato delle pale e un pezzo di terra vicino alla casa. Pensate che sia una cosa sudicia? Si, lo era. Ci lavavamo con l’acqua piovana o nel fiume, ma nel fiume era diventato troppo pericoloso. Non avevamo carta igienica e se ne avessimo avuta l’avremmo comunque barattata.  Era sempre un grande schifo. Posso darti un consiglio? Per prima cosa ti servono armi e munizioni, poi tutto il resto. E dico TUTTO ! Dipende sempre da quanto spazio e quanti soldi hai. Se ti dimentichi di far scorta di qualcosa puoi sempre ottenerlo scambiandolo con qualcuno, ma se non hai armi e munizioni non puoi aver accesso alle zone di baratto. E non pensare che le famiglie numerose siano bocche extra da sfamare. Una famiglia numerosa vuol dire più armi e più forza. Partendo da qui ognuno si prepara come può.
  11. Come venivano trattati i malati e i feriti? La maggior parte delle ferite erano ferite da arma da fuoco. Senza uno specialista e senza equipaggiamento medicale, anche se un ferito riusciva a trovare un medico aveva circa il 30% di probabilità di sopravvivere. Non è come nei film. La gente moriva. Molti morivano per infezioni da ferite superficiali. È una morte orrenda. Io avevo antibiotici a largo spettro – solo per la mia famiglia, naturalmente. Abbastanza  spesso accadeva di morire per cause stupide. Una semplice diarrea ti ammazza in pochi giorni senza medicine adeguate e con poca acqua potabile a disposizione per reidratarsi. C’erano molti casi di malattie della pelle e di intossicazione alimentare. Molti usavano piante locali e alcol. Rimedi di breve durata ma totalmente inefficaci nel lungo periodo. L’igiene era molto importante così come avere abbastanza medicine, specialmente antibiotici.

Queste memorie sono state raccolte perché  non si sa mai cosa può succedere, e come e successo in Bosnia all’improvviso , potrebbe capitare dappertutto,  anche nel nostro mondo occidentale, che tutti crediamo cosi sicuro, e perchè il racconto è comunque interessante da leggere.
Fonte originale del racconto https://www.databaseitalia.it/.

Il Covid- La malattia , raccontata da chi lo sta vivendo, il dramma tenuto nascosto dalle Tv, che ormai pensano solo a fare spot.

Di seguito il video di chi il covid lo sta vivendo in prima persona con la propria famiglia, i drammi dell’abbandono, del terrore mediatico, e anche impegno di medici che aiutano con vera coscienza e scienza chi è malato. Vi invito a sentire intero video , che non è una delle pubblicità delle Tv , ma quello che è successo a me e alla mia Famiglia. Dalmasso Carlo

Lo dice il Senato della Repubblica Italiana.

Alle persone a cui piace informarsi ed essere certi di quello che fanno, si possono documentare da fonti ufficiali, e quale fonte migliore del Senato della Repubblica Italia, perchè almeno si e certi che non si tratta di notizie messe da qualche personaggio Fazioso. Buona Lettura

Fonte

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/print/18/Sindisp/0/1299973/0?fbclid=IwAR0V7HLKdCXpzD0ciTcdCYIPKFj2F1sJzVdEd4pl0qUbB1FVhGHtdTOxTRA

La follia del Green Pass per andare in ospedale a farti curare, Ospedale Ponte San Pietro (BG) gruppo San donato.

Ospedale Ponte san Pietro (BG) Gruppo San Donato

Ospedale di ponte San Pietro (BG) Gruppo San Donato, oggi mia moglie ha portato mia figlia ospedale perché domani devono farle il parto pilotato, all’ingresso non volevano farle salire (mi figlia inclusa al 9 mese) perché non avevano green pass. Siccome mia moglie sa come comportarsi dopo minaccia di chiamare Carabinieri quegli “sceriffi e anche ignoranti perchè ignorano le norme” alla porta ingresso, “con casacchina ” della protezione civile le hanno lasciate passare. Altro che lamentarsi per ristorante qui bisogna che la gente capisca che neanche il diritto ad andare a farti curare ti vietano se non hai green pass, questi sono sceriffi da strapazzo che perchè gli viene detto dal responsabile di fare così , lo fanno senza rendersi conto dei reati che commettono , e la responsabilità penale e personale.
Violazioni :
Art. 323 codice penale – Abuso d’ufficio Art. 593 codice penale – Omissione di soccorso Violazione a questo disposto dal regolamento europeo 953/2021 e 954/2021.
Devo ringraziare i Carabinieri che appena allertati hanno provveduto a informare la direzione che non si può vietare ingresso a chi si deve curare o visitare.

I l 30 settembre si chiude la campagna vaccinale di massa! Quindi obbligo di vaccinazione per i sanitari ?

Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa)

«I l 30 settembre si chiude la campagna vaccinale di massa. Obiettivo centrato, raggiungeremo oltre il 70% della popolazione. Un grande risultato». Dopo un anno di intenso lavoro, Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) può concedersi una pausa. Ultimo giorno in ufficio, via del Tritone, sesto piano, molta luce, la vista che spazia dal Quirinale all’altare della Patria. (intervista corriere della sera del 8/08/2021 https://www.corriere.it/cronache/21_agosto_08/covid-magrini-aifa-il-70percento-vaccinati-settembre-sara-realta-poi-probabile-richiamo-ogni-anno-7fcdacc8-f7c1-11eb-83a2-ddb3d15a828f.shtml )

Vorrei porre la vostra attenzione all’art 4 della legge sulla vaccinazione dei sanitari  in particolare ai commi 6 e 9   , stando a quelli come dichiarato da  Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) , il 30 settembre decade ogni sospensione.

DECRETO-LEGGE 1 aprile 2021, n. 44 

Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici. (21G00056) (GU Serie Generale n.79 del 01-04-2021)

note: Entrata in vigore del provvedimento: 01/04/2021
Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 28 maggio 2021, n. 76 (in G.U. 31/05/2021, n. 128)

                             Art. 4

Disposizioni urgenti  in  materia  di  prevenzione  del  contagio  da

  SARS-CoV-2  mediante  previsione  di  obblighi  vaccinali  per  gli

  esercenti le professioni sanitarie e  gli  operatori  di  interesse

  sanitario

  1. In considerazione della situazione di  emergenza  epidemiologica

da SARS-CoV-2,  fino  alla  completa  attuazione  del  piano  di  cui

all’articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020,  n.  178,  e

comunque non oltre il 31 dicembre 2021, al fine di tutelare la salute

pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione

delle prestazioni di cura e assistenza, gli esercenti le  professioni

sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro

attivita’    nelle    strutture    sanitarie,    sociosanitarie     e

socio-assistenziali,   pubbliche   e   private,    nelle    farmacie,

parafarmacie e negli studi professionali sono obbligati a  sottoporsi

a  vaccinazione  gratuita  per  la  prevenzione   dell’infezione   da

SARS-CoV-2. La  vaccinazione  costituisce  requisito  essenziale  per

l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle  prestazioni

lavorative  rese  dai  soggetti   obbligati.   La   vaccinazione   e’

somministrata nel rispetto delle indicazioni fornite  dalle  regioni,

dalle province autonome e dalle altre autorita’ sanitarie competenti,

in conformita’ alle previsioni contenute nel piano.

  2. Solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a

specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal  medico  di

medicina  generale,  la  vaccinazione  di  cui  al  comma  1  non  e’

obbligatoria e puo’ essere omessa o differita.

  3. Entro cinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente

decreto,  ciascun  Ordine   professionale   territoriale   competente

trasmette l’elenco degli iscritti, con  l’indicazione  del  luogo  di

rispettiva residenza, alla regione o alla provincia autonoma  in  cui

ha sede. Entro il medesimo termine i datori di lavoro degli operatori

di interesse sanitario che svolgono la loro attivita’ nelle strutture

sanitarie, sociosanitarie, socio-assistenziali, pubbliche o  private,

nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali  trasmettono

l’elenco dei propri dipendenti con tale qualifica, con  l’indicazione

del luogo di rispettiva residenza,  alla  regione  o  alla  provincia

autonoma nel cui territorio operano.

  4. Entro dieci giorni dalla data di ricezione degli elenchi di  cui

al comma 3, le regioni e le province autonome,  per  il  tramite  dei

servizi informativi  vaccinali,  verificano  lo  stato  vaccinale  di

ciascuno dei soggetti rientranti negli elenchi.  Quando  dai  sistemi

informativi vaccinali a disposizione della regione e della  provincia

autonoma  non  risulta  l’effettuazione   della   vaccinazione   anti

SARS-CoV-2 o la presentazione della richiesta di  vaccinazione  nelle

modalita’ stabilite nell’ambito della campagna vaccinale in atto,  la

regione o la provincia autonoma, nel rispetto delle  disposizioni  in

materia di protezione  dei  dati  personali,  segnala  immediatamente

all’azienda sanitaria locale di residenza i nominativi  dei  soggetti

che non risultano vaccinati.

  5. Ricevuta la segnalazione di cui al comma 4, l’azienda  sanitaria

locale di residenza invita l’interessato  a  produrre,  entro  cinque

giorni dalla ricezione  dell’invito,  la  documentazione  comprovante

l’effettuazione della vaccinazione,  l’omissione  o  il  differimento

della stessa ai sensi del comma  2,  ovvero  la  presentazione  della

richiesta di  vaccinazione  o  l’insussistenza  dei  presupposti  per

l’obbligo  vaccinale  di  cui  al  comma  1.  In  caso   di   mancata

presentazione della documentazione di cui al primo periodo, l’azienda

sanitaria locale, successivamente alla scadenza del predetto  termine

di cinque giorni, senza ritardo, invita formalmente  l’interessato  a

sottoporsi  alla  somministrazione  del  vaccino   anti   SARS-CoV-2,

indicando  le  modalita’  e  i  termini  entro  i   quali   adempiere

all’obbligo  di  cui  al  comma  1.  In  caso  di  presentazione   di

documentazione attestante la  richiesta  di  vaccinazione,  l’azienda

sanitaria locale invita l’interessato a trasmettere immediatamente  e

comunque  non   oltre   tre   giorni   dalla   somministrazione,   la

certificazione attestante l’adempimento all’obbligo vaccinale.

  6. Decorsi i termini di cui al comma 5, l’azienda sanitaria  locale

competente accerta l’inosservanza dell’obbligo  vaccinale  e,  previa

acquisizione  delle  ulteriori  eventuali  informazioni   presso   le

autorita’  competenti,  ne  da’   immediata   comunicazione   scritta

all’interessato, al datore di lavoro e  all’Ordine  professionale  di

appartenenza.  L’adozione  dell’atto   di   accertamento   da   parte

dell’azienda sanitaria locale determina la sospensione dal diritto di

svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali

o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione  del

contagio da SARS-CoV-2.

  7. La sospensione di cui al comma 6, e’  comunicata  immediatamente

all’interessato dall’Ordine professionale di appartenenza.

  8. Ricevuta la comunicazione di cui al comma 6, il datore di lavoro

adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni,  anche  inferiori,

diverse  da  quelle  indicate  al  comma  6,   con   il   trattamento

corrispondente  alle  mansioni  esercitate,  e  che,  comunque,   non

implicano rischi di diffusione del contagio. Quando l’assegnazione  a

mansioni diverse non e’ possibile, per il periodo di  sospensione  di

cui al comma 9, non e’  dovuta  la  retribuzione,  altro  compenso  o

emolumento, comunque denominato.

  9. La sospensione  di  cui  al  comma  6  mantiene  efficacia  fino

all’assolvimento dell’obbligo  vaccinale  o,  in  mancanza,  fino  al

completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non  oltre  il

31 dicembre 2021.

  10. Salvo in ogni caso il disposto  dell’articolo  26,  commi  2  e

2-bis, del decreto-legge  17  marzo  2020,  n.  18,  convertito,  con

modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, per il  periodo  in

cui la vaccinazione di cui  al  comma  1  e’  omessa  o  differita  e

comunque non oltre il 31 dicembre 2021, il datore di lavoro  adibisce

i soggetti di  cui  al  comma  2  a  mansioni  anche  diverse,  senza

decurtazione della retribuzione, in modo da  evitare  il  rischio  di

diffusione del contagio da SARS-CoV-2.

  11. Per il medesimo  periodo  di  cui  al  comma  10,  al  fine  di

contenere  il  rischio  di  contagio,  nell’esercizio  dell’attivita’

libero-professionale, i soggetti di cui al comma 2 adottano le misure

di prevenzione igienico-sanitarie indicate dallo specifico protocollo

di sicurezza adottato con  decreto  del  Ministro  della  salute,  di

concerto con  i  Ministri  della  giustizia  e  del  lavoro  e  delle

politiche sociali, entro venti giorni dalla data di entrata in vigore

del presente decreto.

  12. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi

o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Fonte Gazzetta Ufficiale Italiana

Poliziotti e Militari Umiliati .

Io da ex Militare appartenente alle Forze di polizia, mi vergogno per il trattamento che devono subire questi Uomini. Che purtroppo stanno subendo migliaia di Lavoratori, e cittadini Normali. La costituzione e un pezzo di carta o è ancora la NOSTRA COSTITUZIONE.


Guardate il video, perchè poi si pensa che ci inventiamo tutto.

Un elisir di lunga vita?

Perché sarebbe coerente tamponare anche i vaccinati?

Sei stato vaccinato contro gli effetti patologici provocati da un virus che non esiste più. Eri convinto che la vaccinazione fosse l’unica arma contro la malattia scatenabile dal contagio e dalla eventuale infezione. Ci hai creduto perché ti hanno nascosto l’esistenza di cure di garantita e totale efficacia. Ancora oggi ne neghi l’esistenza.
Era necessario nasconderne l’esistenza per convincerti che solo la vaccinazione ci avrebbe salvato dal flagello pandemico.
Parimenti non ti è stato detto che il SARS-CoV-2 non è un virus singolo quanto piuttosto una quasi specie virale. Poiché esso Muta in continuazione, la vaccinazione, sempre sconsigliabile per gli effetti immunopatologici che procura, in questo caso è del tutto folle perché controproducente.
È scritto sui sacri, ormai classici, testi. Non è una novità! È conoscenza ormai accertata e consolidata. Non si vaccina contro specie virali continuamente mutevoli! Farlo è come lanciare un boomerang mortale di enormi proporzioni. Non è a caso che non esistano vaccini contro virus mutanti conosciuti che provocano altre malattie comunemente note (ti invito a scoprire quali)…

Sappiamo anche che le mutazioni naturali nei passaggi da un ospite all’altro, da un sistema immunitario all’altro, lo trasformano positivamente; il virus muta attenuandosi, si trasforma, adattandosi all’umano che lo ospita (ti contagia ma non ti ammala). È così che si va verso la convivenza virale o endemizzazione. Non è possibile eradicazione. Conviviamo con miliardi di virus che ci hanno permesso grandi salti evolutivi grazie a quei pezzetti di informazione di cui sono portatori che abbiamo saputo integrare nel nostro codice genetico.

La pressione selettiva provocata dagli anticorpi vaccinali, viceversa, mette in circolazione varianti più contagiose e aggressive.
Sei tu che contribuisci a selezionare e mettere in circolazione mutanti (varianti) del virus, più pericolose, rinnovando artificiosamente l’epidemia.

Sì, lo so, nessuno te lo aveva spiegato e ora non riesci a crederci. Sei tentato di negare anche questo aspetto e così incredulo e sospettoso chiedi: e chi lo dice? Ebbene, trovi la letteratura scientifica in cui si descrive ampiamente il processo del caso specifico su Nature, Science, Cell e altre…
Se intendessi perseverare, come ti invita a fare la propaganda, sarai costretto a rimuovere anche queste conoscenze scientifiche (chiediti però chi sia il vero “terrapiattista”)

Nel frattempo ti hanno premiato con un lascia passare con semaforo sempre verde. Non ti richiedono tampone. Ti senti libero e a posto con la tua coscienza. Puoi andartene in giro con o senza sintomi a contagiare i tuoi familiari, i tuoi amici, generando e diffondendo varianti di cui tu stesso potrai essere vittima. Sollevano i vaccinati e puntano il dito accusatore sui non vaccinati. A te richiederanno un’ennesima dose atta a far lievitare i profitti di che le produce e vende, pronti a mettere in circolazione nuovi ed efficaci “rimedi”, approvati anch’essi in emergenza per arginare i danni provocati.
È così che si fanno affari su scala planetaria. Lo sai bene. I Mercati meglio che siano globali…
Tu che ti sei vaccinato e ti vaccinerai per essere libero, proteggere te stesso e il tuo prossimo, sei ora un untore legalizzato…
Strumento nelle mani delle grandi e grandissime aziende private che piazzano i loro rappresentanti nei punti nevralgici delle organizzazioni statali per fare affari costruendosi un mercato il più possibile duraturo e ampio.

Francesco Cappello