Unica via d’uscita

Siamo arrivati al momento storico in cui l’Italia, in difficoltà economica ma anche di rappresentanza istituzionale, è costretta a emettere moneta propria, tenendo peraltro presente che l’articolo 128 del Trattato di Lisbona impedisce soltanto la emissione di “banconote” da parte delle banche centrali, lasciando intatto il potere di emettere moneta propria all’interno di ciascun Stato membro. Esattamente come afferma l’articolo 16 dello Statuto della Bce, il quale, esattamente come il citato articolo del trattato di Lisbona, parla solo di banconote e non fa alcun riferimento ai biglietti di Stato. Il diritto dello Stato italiano a emettere moneta di Stato (nella forma che sarà ritenuta più idonea, moneta cartacea, virtuale, elettronica ecc.) è sancito dalla nostra Costituzione che, come più volte affermato, prevale sui tutti i trattati. Infatti l’articolo 117, comma 1, lettera e) afferma che: “lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: moneta; tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione delle risorse finanziarie”. Dunque Governo e Parlamento in un momento in cui c’è enorme bisogno di liquidità monetaria, mentre l’Unione Europea fa orecchie da mercante su tutto, hanno il dovere di attuare la predetta, precisissima, disposizione costituzionale, al fine di tutelare la salute degli italiani e la ricostruzione del nostro tessuto sociale e del patrimonio pubblico, dissipati da una becera e irresponsabile politica, perpetrata da ormai troppi anni dai nostri governanti.

Beppe Brini

Presidente Comitato Tecnico